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La casa in riva al mare

Date 03-02-2025

por Mauro Tabasso

«Mi dicono: se trovi uno schiavo addormentato, non svegliarlo, forse sta sognando la libertà. Ma io rispondo: se trovi uno schiavo addormentato, sveglialo e parlagli della libertà». Sono parole del poeta libanese Khalil Gibran che paragona la vita senza libertà a un corpo senza lo spirito, perché la cattività erode giorno dopo giorno gli argini della speranza, lasciando la rassegnazione libera di dilagare senza incontrare ostacoli. Unico salvagente per non affogare negli abissi del vuoto è la mente, che consente di evadere anche solo per pochi attimi dalla solitudine.

Nelle sue lettere dal carcere Nelson Mandela dedica struggenti parole di amore e di lotta alla moglie Winnie, anche lei attivista e detenuta. Che mezzo semplice e potente la scrittura, capace di attraversare il mare attorno al carcere di Robben Island e di preservare lo spirito dell’uomo che un giorno avrebbe infranto l’Apartheid. Se Dostoevskij afferma che il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni, le pagine di cronaca dei nostri giorni raccontano sempre più di carceri sovraffollate, di detenuti che vedono nel suicidio l’unica via di fuga da una condizione di non-vita, dati drammatici confermati anche dall’ultimo rapporto dell’associazione Antigone, che ogni anno analizza decine di istituti penitenziari nell’intero stivale, indicando la necessità di un’azione tempestiva. Quest’ultima è compito della politica, certo, ma noi tutti possiamo generare un’ondata di solidarietà collettiva verso gli ultimi della nostra società. Magari volando sulle ali di una semplice chitarra, fino a raggiungere una cella da cui si vedono solo il mare a una casa bianca in mezzo al blu. Con La casa in riva al mare, pubblicata nel 1971 nell’album Storie di casa mia, Lucio Dalla ci regala un’autentica perla di pop melodico, facendoci amare da subito il protagonista, un detenuto che per tutta la vita, guardando il mare da dietro le sbarre, vive un amore immaginario con la donna che tutte le mattine si affaccia alla finestra e che lui decide di chiamare Maria. Ogni giorno sogna di essere libero e di raggiungere la sua amata, lasciando correre l’immaginazione sul confine fra speranza e follia. Nei silenzi lunghi come gli anni, ripete la sua promessa: «Vengo da te, Marì». La sua vita si consuma così, confinata dentro quattro mura, finché senza quasi rendersene conto si ritrova vecchio e solo in mezzo al blu, gli occhi ormai incapaci di vedere oltre le sbarre.

Forse a ispirare il cantautore fu l’amato paesaggio delle Tremiti, che ritorna in diverse canzoni, una su tutte Com’è profondo il mare, uno dei suoi indimenticabili successi. Certamente ne La casa in riva al mare ascoltiamo un Dalla introspettivo e delicato, sensibile come sempre all’ascolto della società che lo circonda. E che in fondo siamo tutti uguali, dentro e fuori dal carcere, ce lo ricorda il Dalai Lama: «Siamo tutti potenziali malfattori, e nel profondo dell’animo quelli che mettiamo in prigione non sono più cattivi di chiunque di noi. Hanno ceduto all’ignoranza, al desiderio, alla collera, malattie da cui anche noi siamo affetti, per quanto in misura diversa. Il nostro dovere è di aiutarli a guarire».


Mauro Tabasso
con Valentina Giaresti
NP novembre 2024

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