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I frutti di Trieste

Date 02-03-2025

por Monica Canalis

L’ultima edizione della Settimana sociale dei cattolici, svoltasi a Trieste dal 3 al 7 luglio scorsi e dedicata al tema della democrazia, sta già portando i primi frutti.
Non solo è stato “sdoganato” un interesse per la Politica anche in ambito ecclesiale, ricucendo la distanza creatasi nei decenni precedenti, ma è nata anche una vera e propria rete, trasversale ai partiti e formata da quasi trecento amministratori locali cattolici, provenienti da tutte le regioni italiane. Una rete orizzontale e non verticistica, non identificata in un leader ma coordinata dal triestino Francesco Russo, che aveva ospitato la prima riunione durante la settimana sociale. I primi appuntamenti si svolgeranno nelle prossime settimane a Roma, Napoli e Milano (in particolare gli amministratori del nord Italia si ritroveranno a Milano il 14 dicembre all’Ambrosianeum) e saranno l’occasione per individuare le piste di lavoro su cui orientarsi. Non un nuovo (micro) partito quindi, né una nuova corrente all’interno dei partiti esistenti, ma un luogo di scambio e confronto per essere massa critica e avere più strumenti per far emergere, ognuno nel proprio territorio e nel proprio partito, i tratti distintivi del pensiero cattolico: solidarietà, sussidiarietà, centralità della persona e della comunità. Gli amministratori della rete di Trieste si sono formati nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti cattolici e in questi primi mesi hanno espresso grande soddisfazione per questa bella novità organizzativa, che permette di rafforzare le relazioni e fa sentire meno soli e isolati.
Nelle elezioni di giugno, ben il 58% dei cattolici praticanti ha disertato le urne (sondaggio Pagnoncelli). Un dato molto allarmante, forse dovuto alla scarsa educazione civica ricevuta negli ambienti ecclesiali o all’offerta politica troppo polarizzata e poco rispondente ai bisogni dei cattolici. In ogni caso, la presenza di una rete di amministratori cattolici può essere di aiuto, per sensibilizzare alla responsabilità civile, per esercitare una pressione positiva sull’agenda dei vari partiti e per smorzare il manicheismo e l’eccessiva polarizzazione che caratterizzano l’attuale quadro politico italiano e che ingrossano l’astensionismo e indeboliscono i cardini della democrazia liberale.

La rete di Trieste è benedetta dai vescovi, ma non ha una regia vescovile, essendo animata esclusivamente da laici e, è bello sottolinearlo, da molte laiche.
L’obiettivo è quello di una vera e propria “costituente degli amministratori cattolici”, che, riprendendo lo stile della settimana sociale, nasca da un percorso partecipato e produca un reale confronto sui temi, con una metodologia che parta dal basso e che faccia sentire tutti protagonisti.
Saper stare, con gratuità e sobrietà, in cammino con le donne e gli uomini del nostro tempo, non come una lobby o una corrente, senza privilegi o posizioni di rendita da difendere. Come ci ha detto il Papa a Trieste, deve essere chiaro che i cattolici non chiedono di occupare spazi, ma vogliono dare avvio a nuovi processi, dimostrando che abbiamo qualcosa da dire, capaci di denuncia e di proposta anche a nome dei troppi che non hanno voce.

La priorità della rete di Trieste non sarà quella di scegliere un leader, ma di identificare le battaglie da fare in modo coordinato.
Per fare qualche esempio: la tutela della non autosufficienza, la promozione dell’affido familiare e del tempo pieno come strumento di integrazione e inclusione dei bambini stranieri o con disabilità, l’incremento dell’occupazione femminile, la riduzione della dispersione scolastica, il sostegno ai corpi intermedi come vettori di democrazia, la co-progettazione col Terzo Settore come espressione di sussidiarietà, il miglioramento del trasporto ferroviario, il contrasto al gioco d’azzardo patologico.

A Trieste è già stato sottoscritto un documento con una piattaforma condivisa.
I temi sono quelli della giustizia sociale e dell'innovazione del welfare territoriale, della sostenibilità ambientale, della centralità delle famiglie e della scuola, dell'accoglienza e dell'integrazione. L’ambizione successiva è quella di riuscire a presentare in contemporanea in tutti i comuni una mozione trasversale agli schieramenti politici che orienti il lavoro delle amministrazioni.
Oltre la rete degli amministratori cattolici, il comitato organizzatore delle settimane sociali sta anche proponendo a tutte le diocesi italiane quattro concrete buone pratiche di comunità e di amore politico: i Consigli comunali dei ragazzi (ccr), le Comunità energetiche rinnovabili (cer), i Patti di collaborazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione e gli incontri di condivisione per amministratori di formazione cristiana.

Insomma, la settimana sociale prosegue il suo cammino
C’è un bel fermento che potrebbe moltiplicare i frutti, anche dopo la cinque giorni di Trieste!


Monica Canalis
NP Focus
NP dicembre 2024

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