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Immagini pussolenti

Date 05-01-2025

por Flaminia Morandi

«La vita dell’uomo sulla terra è una milizia» è il titolo di una “figura” del Trecento: un cavaliere, spada sguainata, elmo e scudo, in sella a un cavallo nero. 7 colombe gli fanno da baluardo, sospinte da 7 venti che spirano da un angelo che vola: cioè ci vogliono i 7 doni dello Spirito Santo (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio) trasmessi dalle 7 beatitudini del discorso della montagna (8 in realtà, ma l’ottava funziona qui come spiegazione della prima) per affrontare i 7 mostri che si preparano ad aggredire il cavaliere: i 7 vizi capitali (superbia, ira, lussuria, avarizia, invidia, gola, accidia) con il loro esercito di mostriciattoli o vizi minori al seguito.

Era una “figura” ben nota ai fedeli che affollavano una chiesa o una piazza del Trecento per ascoltare il predicatore che la citava nell’omelia. A disposizione dei predicatori del tempo c’era un vero e proprio prontuario di “figure”, pochi fogli facili da trasportare, compendio di un’intera biblioteca di teologia.

La “figura” che accompagna una laude di Jacopone da Todi invece è un letto che poggia su 4 piedi: le virtù cardinali. La struttura del letto è retta da 12 funi: gli articoli di fede. Il materasso è un saccone di paglia: la miseria della condizione umana. Il cuscino è il ricordo di Cristo incarnato e morto per amore. Il lenzuolo è la contemplazione. La coperta è la carità, che porta a compimento l’unione amorosa con Dio. L’unico scopo della purificazione spirituale simboleggiata dalle varie parti del letto è il desiderio ardente di Dio: il cuore «languenno parturesce e parturesce un ratto, nel terzo ciel è tratto», dice Jacopone, cioè il cuore languendo partorisce un rapimento che lo trascina al terzo cielo. Una vera e propria messa in scena erotica che allude al «letto d’erba verde» del Cantico dei Cantici. Che per un discepolo di san Bernardo era «il legno della croce. In questo nasco e sono nutrito, vengo creato e ricreato».

Lo scopo delle “figure” medievali era riempire lo spazio dell’anima (intelletto, memoria e volontà) per scacciarne tutte le altre. “Figure” capaci di turbare una “monachetta” di Pisa, che vede la sua memoria piena di “pussolente immagine”, l’intelletto di “brutte similitudine”, la volontà di “disordinati affetti”. Le “figure” risvegliano in lei “spiriti” d’amore: «convien che si sfoghino – dice – confabulando e parlando con Dio». Cosa ti trattiene? Ribatte un “fraticello”: «Lasciali uscire fuori, non contenere più le tue spirituali voglie impetuose». Il canale di comunicazione è aperto. L’eros per Dio fluisce. La “monachetta” cade a terra tramortita in un’estasi mistica, il più alto grado di conoscenza, altro che trattati teologici. L’amore folle di Dio riceve finalmente in risposta l’amore folle dell’uomo che Dio da sempre aspetta con pazienza alla porta del nostro cuore.

Ci vuole altro oggi per scacciare dalla memoria le “pussolente immagini” che ci intossicano a ogni istante. Ve n’è rimasta solo una con qualche potere: lo spettacolo silenzioso della bontà, cercata, amata e praticata anche a costo di patire.


Flaminia Morandi
NP ottobre 2024

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