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Io so

Date 08-12-2024

por Fabrizio Floris

Luca che cosa sai? Io so che chi più sa più soffre. Io so che non si vive senza amore. Io so che non si vive senza un lavoro. Io so che non si vive senza relazioni. Io so che non si vive senza amici. Io so che a fine giornata devi dire: «Oggi ho pur fatto qualcosa». Io so che bisogna essere riconosciuti come persone. Io so che ognuno deve essere valorizzato. Io so che c’è bisogno di fiducia nell’altro. Io so che se sei depresso la rabbia di un’ingiustizia subita la rivolgi verso di te. Io so che se sei depresso hai sempre sonno. Io so che se sei depresso al mattino non riesci ad alzarti e la notte non riesci a dormire. Io so che se sei depresso ti isoli perché hai paura di trasmettere la tua malattia agli altri. Io so che ci sono persone che ammalano. Io so che ci sono quartieri che deprimono. Io so che il dolore è senza domani. Io so che la deriva è una prospettiva politica. Io so che la tristezza in periferia è un diritto.

Allora quand’è che ti sei perso? È stato un giorno all’improvviso o è arrivato lentamente? Quand’è che hai smesso di avere fiducia in te stesso? Quand’è che hai perso la speranza negli altri? Quand’è che si è spenta la luce interiore? Quand’è che la spinta vitale ti si è rivolta contro come una malattia autoimmune? Quand’è che la lotta è diventata sfibrante fino corroderti il carattere? Perché i tuoi occhi hanno smesso di guardare il bello e sono diventati strabici osservatori del male? Perché non hai trasformato il dolore in cambiamento, ma lo hai rivolto contro di te? Perché hai smesso di credere di essere amato? Quand’è che quando sei caduto e smesso di rialzarti? Quand’è che anziché abbattere il senso di colpa hai abbattuto te stesso? Perché hai deciso di sopravvivere alla vita? Quand’è che hai rimandato tutto a un domani indefinito? Perché quanto tutto intorno a te ti chiede di emergere tu hai deciso di immergerti nella storia? Perché hai deciso di intrecciare il tuo destino personale politico con chi sta affondando? Perché non hai capito che immergersi implica il rischio di affondare?

Alla fine, sai cosa ti è mancato? I bisogni? No, la porta. La porta che non si è aperta davanti a quelle domande. O meglio, al bisogno, che poi è sempre uno, sempre quello: essere accolti. Perché è essere visti ciò che cambia tutto, che rende sereni e fiduciosi verso la vita, verso gli altri, verso se stessi. Come scrive Roy Chen: «Se a volte non riusciamo a curare la psiche, possiamo almeno prenderci un respiro profondo insieme». Io so che un abbraccio ferma la corrente: io lo so e ne ho le prove.


Fabrizio Floris
NP ottobre 2024

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