Pace impegno comune
Date 18-12-2024
Aprire una breccia, in quella grande istituzione che ha preso una direzione sbagliata, con la promozione di un intergruppo pacifista è fortemente degno di nota. Secondo alcuni la risoluzione approvata dal Parlamento europeo è una vera e propria dichiarazione di guerra alla Russia. Se i governi stanno riabilitando la guerra dobbiamo prendere atto che c'è un popolo che reclama la pace. Se a questo popolo con i suoi rappresentanti si unisce lo sforzo e la determinazione di parlamentari che faticosamente non abdicano alla ricerca della pace potremo nutrire speranza di una prospettiva di pace.
La terza guerra mondiale non è inevitabile ci ripete papa Francesco. Ma mai come ora bisogna unire le forze tra società civile e politici per invertire il trend voluto dai produttori di armi. Vogliamo ringraziare fin d'ora quei politici europei, italiani e non, che ci metteranno la faccia. Marco Tarquinio, eletto come indipendente nelle fila del PD, ha già dichiarato che ci sta ragionando. Per quanto sarà possibile fin da ora deve sapere che molti della società civile ci sono. Per altro è nato un appello dei cattolici per l'adesione dell'Italia al Trattato ONU di abolizione delle armi nucleari nel 2021 per iniziativa congiunta di Acli, Azione Cattolica, Pax Christi, Associazione Papa Giovanni XXIII, Focolari e Agesci: in sostanza si tratta di superare la distanza tra la netta posizione del pontefice e la prevalente indifferenza e rimozione vissuta nelle nostre chiese e comunità. Oggi l'adesione ha raggiunto oltre 40 realtà ecclesiali assieme alla federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Un segnale forte e positivo per il futuro dell'Europa viene in queste ore dal Consiglio permanente della CEI. Il card. Matteo Zuppi ha affermato: «Mentre si affrontano i problemi contingenti, mi piacerebbe che si aprisse una discussione più ampia: una "Camaldoli per l'Europa" per parlare di democrazia ed Europa. Potrebbe essere anche l'occasione per riflettere sul contributo che oggi può provenire dai cattolici in primis, come anche dai cristiani di tutte le confessioni, dai credenti delle diverse comunità religiose oggi presenti in Europa, dagli umanisti che hanno a cuore la cultura del nostro continente, per uno sviluppo di una coscienza comune, che allarghi i confini dei cuori e delle menti e non ceda al nichilismo della persona, con tutte le conseguenze che questo comporta, e a sovranismi egoistici. Un'Europa nel segno della Fratelli tutti, coesa e solidale al suo interno e aperta al mondo».
Gianfranco Cattai
NP ottobre 2024