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Recidiva zero

Date 20-12-2024

por Chiara Genisio

Recidiva zero, un traguardo irraggiungibile? No, perché occorre puntare in alto. Intorno al carcere c’è un mondo di volontariato, varie forme di collaborazione, ancora insufficienti, ma che quotidianamente operano per rendere più dignitose e umane “le pene”. Ciascuno deve e può fare la sua parte perché la sicurezza è una questione importante per tutti e non si ottiene solo erigendo i muri delle prigioni ma operando nella prospettiva della rieducazione che passa anche dal lavoro.

Sono alcuni degli spunti offerti al card. Matteo Zuppi, presidente della cei, nel corso della firma del protocollo sottoscritto dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dal Commissario straordinario di governo per il sisma 2016, Guido Castelli, dal rappresentante Anci, Roberto Pella, dalla presidente ance, Federica Brancaccio, e dal card. Zuppi il 10 settembre scorso. Un protocollo che interviene nella ricostruzione dei luoghi distrutti dal sisma che ha colpito i territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria, ma che va anche nel senso della ricostruzione di coloro che sono rinchiusi dentro al carcere. È ancora il card. Zuppi a precisare quanto lavoro ci vuole dopo il terremoto, un evento di qualche secondo o al massimo pochi minuti, per cui poi necessitano anni per ricostruire e l’importanza che lo Stato abbia scelto di utilizzare i detenuti per questi lavori. «È molto positivo – ha detto – che le istituzioni diano l’esempio offrendo il lavoro e mi auguro che altri le seguano, perché il sistema carcerario ci riguarda tutti. Tutti dobbiamo contribuire alla ricostruzione».

Saranno 35 gli istituti penitenziari interessati al progetto, tutti presenti nelle province di Fermo, Teramo, L’Aquila, Perugia, Spoleto, Ancona, Rieti, Ascoli Piceno, Macerata e Pescara coinvolte dal sisma di otto anni fa. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in accordo con la magistratura di sorveglianza, individuerà i detenuti in possesso dei requisiti di idoneità per lo svolgimento del lavoro all’esterno, come previsto dall’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario. Il numero di coloro che saranno effettivamente coinvolti, così come le modalità di inserimento lavorativo, dipenderanno dal programma dei lavori, dai cantieri individuati e dall’incontro fra le esigenze delle aziende e i profili dei singoli detenuti. Le prestazioni lavorative potranno riguardare, oltre ad attività di edilizia, anche lo svolgimento di compiti di natura impiegatizia comunque collegati ai cantieri.


Chiara Genisio
NP Ottobre '24

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