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Storie che fanno la storia

Date 23-03-2025

por Mauro Palombo

Destino ancora una volta in bilico per la Georgia. Un minuscolo Paese nel Caucaso, tornato indipendente nel 1991 dal dissolvimento dell’URSS, la cui posizione geografica condiziona quella geopolitica.

In uno scenario inquieto, viviamo un punto fermo: i 25 anni ormai di collaborazione in aiuto ai poveri, con le iniziative dell’amico padre Witold Szulczinsky, come direttore della Caritas prima, come responsabile della comunità salesiana oggi. Partendo dall’importante sostegno alla costruzione della Casa dei Ragazzi, un edificio di 5mila mq realizzato anni fa a servizio dei ragazzi e delle ragazze che avevano come loro spazio di vita solo la strada, il freddo e la fame.

Ora la situazione appare diversa, ma in realtà solo in parte. Tbilisi – dove risiedono quasi la metà dei georgiani – ha oggi un bel centro storico, con ristoranti, bar, negozi forniti con ogni tipo di prodotti, un “Paese normale”. Ma basta uscirne fuori per vedere le difficoltà di tanti, la diffusa povertà che ancora resiste. Come nelle campagne, dove ancora è oltre la metà della forza lavoro: cresce il numero dei trattori, ma molta è ancora agricoltura di sussistenza, fatta da contadini poveri che lavorano e arano con un asino, chi può con un cavallo. Molto basso il livello di protezione sociale. Situazione particolarmente difficile quella delle famiglie numerose, dei profughi (che sono ancora tanti) e anche per gli anziani, che si esprimono in un detto: «la pensione è troppo per morire, ma troppo poco per sopravvivere».

La nostra collaborazione continua nell’aiuto al programma di assistenza domiciliare ad anziani non autosufficienti a Tbilisi, e per alcuni progetti di produzione e lavoro nati sul territorio, dall’artigianato alla trasformazione di prodotti di agricoltura e allevamento. Si articola, in questi ultimi anni, anche nel sostegno al completamento di un’opera importante, iniziativa della comunità salesiana: una scuola di formazione pro-fessionale, orientata al settore turistico e alberghiero, risorsa per il Paese, aperta specialmente ai ragazzi e ragazze di condizioni più difficili.
Sarà anche casa di accoglienza per chi vive una particolare emergenza: i molti ragazzi e ragazze che a 18 anni escono dall’orfanatrofio e non hanno nulla su cui contare, nessun aiuto, né dove andare, se non di nuovo sulla strada...

Ogni iniziativa in aiuto ai poveri diventa anche momento di comunione tra le chiese: il solo criterio di aiuto è la povertà stessa, non conta essere ortodossi o cattolici, credenti o non credenti. Facendo piuttosto tutto perché i cristiani cattolici siano buoni cattolici e i cristiani ortodossi siano buoni ortodossi.

La sfida è sempre quella di contribuire a costruire un futuro per persone che ne sono escluse; nell’urgenza di situazioni di abbandono, che non possono attendere…
Stiamo ora preparando nel più breve tempo possibile, un altro container di materiali e attrezzature per la nuova casa: pannelli fotovoltaici, computers, una cucina da comunità, mobili, macchine per piccoli laboratori di sartoria, maglieria, falegnameria, e altro ancora.
Una volta di più, incontrarsi e agire attorno alle urgenti necessità dei poveri è andare oltre, rinnovare il tempo. Dare speranza a storie di vita è dare un po’ di speranza alla “storia”.


Mauro Palombo
NP dicembre 2024

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