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Germania anno zero

Date 02-03-2025

por Giulia Grimaldi

Monaco di Baviera, Orleansstrasse 6.
All’ingresso di uno spazioso cortile veniamo accolti da Maik Schnierer, responsabile dell’ufficio bavarese della Friedrich-Naumann-Stiftung dei liberali della fdp. Siamo 11 tirocinanti del Bayerischer Rundfunk, l’emittente radiotelevisiva affiliata all’ard, e partecipiamo a un programma di conoscenza delle Stiftungen, le fondazioni legate ai partiti politici tedeschi. Fino a oggi, sei di loro, ossia quelle vicine all’spd, cdu, csu, die Grünen, die Linke e fdp, sono finanziate da fondi pubblici. I soldi ricevuti vengono utilizzati per la formazione politica, per la pubblicazione di libri e dossier e l’organizzazione di eventi, corsi e conferenze; per il sostegno economico a studenti attraverso delle borse di studio; per la consulenza a politici; per implementare relazioni con politici, associazioni, aziende e altri personaggi di rilievo esteri.

In tutte queste fondazioni aleggia la preoccupazione per ulteriori riduzioni dei fondi a loro destinati.
Ma in particolare per una seria minaccia alla democrazia: se l’AfD, partito politico di estrema destra, otterrà per la terza volta dei seggi in parlamento alle prossime elezioni anticipate previste per il 23 febbraio, anche la sua fondazione, la Desiderius-Erasmus-Stiftung, inizierà a ricevere dei finanziamenti pubblici. Il nome rievoca Erasmo da Rotterdam, umanista olandese del XVI secolo, che desiderava sostenere giovani di tutta Europa nei loro studi, a prescindere dalla loro religione, nazionalità e provenienza socioculturale. Peccato che l’ideologia propugnata dall’AfD ne rappresenti la perfetta antitesi. La proposta educativa della Desiderius-Erasmus-Stiftung si basa innanzitutto sulla teoria etnopluralistica del sociologo Henning Eichberg, secondo il quale tutte le persone sarebbero da distinguere in popoli a seconda della propria identità culturale: quasi un ritorno al razzismo scientifico su cui si basava l’ideologia ariana. Questa teoria mette in discussione l’uguaglianza tra le persone, giustificando prese di posizione razziste sui migranti fino ad arrivare al piano segreto orchestrato dall’AfD – scoperto a gennaio di quest’anno – per la deportazione massiccia di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo. Altri aspetti politico-culturali riguardano soprattutto l’euroscetticismo, la vicinanza a Mosca, la lotta ai partiti politici tradizionali e l’ostilità verso la comunità lgbtq+.

L’affiliazione al neonazismo di molti politici dell’AfD non solo si evince dal loro pensiero politico antidemocratico.
Ma è anche a più riprese finita in tribunale come capo d’accusa: primo tra tutti Björn Höcke, leader dell’AfD in Turingia, già multato per aver usato lo slogan delle sa Alles für Deutschland (Tutto per la Germania). L’articolo 21 della Costituzione tedesca decreta l’anticostituzionalità di quei partiti che rappresentano una minaccia all’ordinamento democratico-liberale del Paese o all’esistenza della Repubblica Federale. Tuttavia, nella sede della Corte costituzionale nulla (o poco) si muove, e la campagna politica dell’AfD è diventata ormai parte della quotidianità. È opinione condivisa che i partiti democratici tedeschi dovrebbero fare un mea culpa, soprattutto per le recenti campagne elettorali nei Länder orientali [ossia Turingia, Sassonia e Brandeburgo, dove a settembre l’AfD ha sempre ottenuto più del 30% dei voti, n.d.r.]. Dopo tanti proclami, al termine delle elezioni tutti i candidati lasciano quei paesini e tornano a Berlino. Gli unici che presidiano sempre il territorio, che sono presenti a ogni festa, a ogni celebrazione religiosa, sono proprio i rappresentanti dell’AfD.

Nessun altro partito vuole infatti investire troppe energie in quei territori periferici.
Regioni ormai da 35 anni pervase da un senso di straniamento per essere state improvvisamente catapultate in un sistema economico-sociale opposto al loro. Servirebbe allora davvero che tutti i partiti democratici tedeschi si sedessero attorno a un tavolo.
Dovrebbero mettere da parte gli interessi personali, per capire quali risposte non sono state date ai cittadini nell’ultima legislatura e in quelle precedenti. Perché purtroppo, per molte persone, diritti e democrazia sono due termini vuoti, mentre le paure delle persone di fronte al carovita, alla crisi immobiliare e alla violenza diffusa, sono drammaticamente concrete.


Giulia Grimaldi
NP Focus
NP dicembre 2024

 
Vicinanza ai giovani e alle persone: questi sono i motivi del successo dell’AfD. Basti pensare che ha approfittato del vuoto lasciato dagli altri partiti, poco attenti al ruolo dei social media in campagna elettorale, per rilanciare i propri slogan su TikTok: sulle note delle canzoni L’amour toujours e Bla bla bla di Gigi D’Agostino, sono diventati virali ritornelli martellanti come Ausländer raus (Stranieri fuori) e AfD, Deutschland braucht die AfD, nur die AfD (AfD, la Germania ha bisogno di AfD, solo di AfD). Un aspetto non marginale, se si considera che circa un terzo dei giovani tra i 14 e i 24 anni si informa esclusivamente sui social.
 

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