Il sogno di Naomi
Date 15-01-2025
Naomi una brillante studentessa keniana, ha ottenuto ottimi risultati a scuola e gli insegnanti la spingono a iscriversi all’università. Dato che il papà aveva studiato in Italia, per affinità elettive, anche lei sceglie il Bel Paese.
Si iscrive sul portale di preiscrizione Universitaly, i suoi titoli sono ritenuti idonei, poi all’Università – anche qui tutto bene – frequenta online il corso di italiano e supera positivamente l’esame di lingua. Tutto procede finché non incontra la burocrazia italiana. Per la borsa di studio e la mensa richiedono documenti che nel suo Paese non esistono o sono difficilmente reperibili (come l'ISEE…). Per iscriversi è quindi costretta a pagare la tariffa massima, non può accedere a nessuna agevolazione mentre la sua famiglia ha un reddito di pura sussistenza (situazione che le rende proibitivo proseguire gli studi in Italia). Su tutto si abbatte poi la richiesta del permesso di soggiorno: un iter infinito di documenti che vanno tradotti in italiano che scoraggia anche i più temerari – persino i ricercatori assunti dal Politecnico di Torino hanno problemi con i permessi. In un Paese che ha bisogno di giovani, con una denatalità significativa, servirebbe incentivare chi sceglie l’Italia per studiare (la chiamano migrazione regolare di qualità) e invece le amministrazioni sembrano andare nella direzione opposta. In Europa ci vorrebbero 48 milioni di nuovi lavoratori per compensare la diminuzione della popolazione in età lavorativa (quest’anno in Italia sono nati meno di 400mila bambini, negli anni ’50 ne nasceva un milione).
L’Europa perderà 1,6 milioni di persone in età lavorativa ogni anno mentre in Africa la popolazione in età lavorativa in 30 anni raddoppierà da 700 milioni a 1,5 miliardi. Secondo la ricercatrice Natalia Bhattacharjee: «Le implicazioni sono immense […]. Queste tendenze dei tassi di fertilità riconfigureranno completamente l’economia globale e l’equilibrio di potere internazionale e richiederanno la riorganizzazione delle società».
È così, in una notte d’autunno, una studentessa impara che con la burocrazia italiana il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio. Capisce che è meglio non mescolare i suoi sogni con chi non ne ha mai realizzato uno suo e che – alla fine – il mondo oltre la penisola è pieno di gente che non vede l’ora di studiare e vuole vivere.
Fabrizio Floris
NP novembre 2024