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Acqua, innanzitutto

Date 15-08-2025

por Mauro Palombo

Nel Corno d’Africa la storia gira in tondo. A turno, i Paesi si riavvicinano, ma solo per far fronte comune contro altri, loro vicini. Decenni di guerre hanno portato disastri, miseria, quotidiana precarietà; le infinite dispute attizzano latenti conflitti, chiudono spiragli faticosamente riaperti. Molti, molti giovani, cercano ancora di fuggire, rischiando tutto per una speranza incerta. Molti altri cercano in tutti i modi di vivere nonostante scarsità, siccità, sfide continue.

Andare incontro a queste situazioni è tutt’altro che semplice, ma neppure impossibile… In Eritrea da tempo sviluppiamo un ampio programma di riabilitazione dei pozzi e delle loro strutture, in almeno una decina di villaggi nella Regione del Gash-Barka: 47mila kmq nel bassopiano occidentale, confinante con Etiopia e Sudan, 1 milione gli abitanti. Potenzialmente un’area fertile, con risorse idriche, e capace di buone rese agricole, ma che ha sofferto per decenni le conseguenze di guerra e siccità, con movimenti intensi di persone in cerca di rifugio.

Avere acqua sicura per il consumo, in quantità, è tanto: anziché acqua contaminata, raccolta in quantità minime a distanze anche molto lunghe, in genere a piedi, sotto il sole. I villaggi sparsi contano solo su un’agricoltura tradizionale di sussistenza, e piccolo allevamento. Vite molto semplici, precarie, e faticose. I pozzi sono profondi intorno ai 50mt, con una portata di 1lt/ sec – ossia un 25mila lt/giorno. Per ciascuno si tratta di installare pompe sommerse fotovoltaiche (con relativo impianto fotovoltaico per alimentarle), condotte, un serbatoio, fontane. L’esito è che la comunità ne esce rafforzata: migliora rapidamente le sue condizioni igienico-sanitarie, e sostiene qualche attività orticola e allevamenti famigliari.

Riattivati i pozzi di tre villaggi negli ultimi mesi del 2024 e inizio 2025: nell’insieme circa 5mila gli abitanti, e scuole, ora serviti, in un tempo piuttosto breve. Al più presto si partirà con altri tre; la disponibilità di acqua trainerà anche altri programmi di promozione umana della loro gente, anche qui 5.500 persone in tutto. I costi saranno più elevati: occorrerà anche implementare serbatoi e condotte, per dare completa autonomia.

La speranza è che, oltre a essi, ancora un altro paio di villaggi si possano poi aggiungere già in quest’anno. Obiettivo sfidante, ma tecnicamente possibile: tanta la volontà di poterlo raggiungere. Quella che si legge nei sorrisi attorno alle nuove fontane. E che ispira nuovi impegni: realizzare magazzini per conservare le preziose sementi – curando che tutti ne possano poi avere – e poter donare un asinello tuttofare a famiglie povere, madri sole con figli, anziani. Un grande aiuto per trasportare, per arare, il cui mantenimento può essere alla portata della gente.

Il progetto gode di un importante sostegno da parte della ditta Pedrollo, primario produttore di pompe idrauliche, che ha messo a disposizione le 3 elettropompe finora usate, modelli perfettamente adatti, e contribuirà alla continuità del progetto offrendo anche quelle per tutti gli altri villaggi coinvolti. Le “complessità” della logistica sono state gestite in una bella collaborazione. Come sempre, è la condivisione di molti amici ad averci permesso di far fronte ai materiali e al lavoro necessari; proprio come per tutte quelle che seguiranno…

 

NP Aprile '25

Mauro Palombo

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