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Silvano Petrosino all’Università del Dialogo

Date 09-02-2021

por redazione Unidialogo

FUTURO E AVVENIRE
Il futuro è sempre il futuro di un presente. Lo progettiamo partendo da quello che siamo adesso. Qual è il problema? È che non tutto è progettabile. Ci sono delle cose che non possono essere previste, che non possono essere progettate. Ecco. Questo è l’avvenire che ha dentro la parola dell’evento, dell’avvenimento. Ora, perché questa distinzione è importante? Perché oggi la scienza ha fatto talmente dei passi in avanti che riesce a prevedere molto il futuro, ma rischia di pensare di poter ridurre l’avvenire a futuro. Cioè pensa di comporre il rischio, di poter tutto progettare e tutto provvedere. Invece c’è qualcosa che sfugge sempre a mio avviso, chiaramente a questo progetto.

IL TEMPO E LA STORIA
C’è nella storia una complessità, un intreccio che è veramente sorprendente e che oggi invece si tende a dimenticare. Pensiamo che la vita sia qui e ora, ma il tempo umano è un’altra cosa. È fatto per esempio dalla memoria, ma anche dalla speranza e dall’attesa. Allora, non possiamo ridurre la storia all’attimo, ma come dice il filosofo Cassirer dobbiamo mettere al centro l’aggrovigliata trama dell’umana esperienza. Una dimensione in cui troviamo anche arresti, passi indietro, ripetizioni, sbagli, errori.

ACCOGLIERE L’IMPREVISTO
L’imprevisto può avere delle formule interessanti, per esempio l’innamoramento. Oppure nella scelta di uno si scrive ad ingegneria e ad un certo momento in base a degli incontri fortuiti, capisce che deve cambiare strada, accettando un percorso interessante di crescita. L’imprevisto però può assumere anche delle forme terribili come una malattia imprevista o una sciagura. Quindi accogliere l’imprevisto non è un giochetto. Eppure, l’imprevedibile non è eliminabile. E quindi bisogna prepararsi con serietà e sincerità ad attraversare l’avventura umana con uno sguardo un pochino più ampio di quello relativo ai tuoi progetti, ai tuoi sogni o ai tuoi programmi.

LA NOSTRA PARTE
Siamo esseri mortali e sappiamo che abbiamo a disposizione un certo numero di anni. La cosa giusta è fare la nostra parte con serietà e sincerità. Non possiamo ingannare noi stessi. Per esempio, non ci si può sposare solo perché è bello, perché c’è un progetto di famiglia, o perché lo/la conosco da 10 anni. Ma siamo matti? E così rispetto anche alle professioni. Allora, con tranquillità, avendo pazienza perché le cose non si capiscono subito, facendosi aiutare dalle persone che ti circondano e ti vogliono bene, non possiamo attraversare l’esperienza umana se non con serietà e sincerità, riconoscendo i fallimenti e gli errori.

RESPONSABILI
Noi veniamo alla vita senza deciderlo, non abbiamo deciso quando nascere, dove nascere. Aggiungo che il diventare uomini e donne non è soltanto il frutto di quella nascita, ma è il frutto delle nostre scelte, delle nostre decisioni. Il diventare uomini nel senso pieno del termine è qualcosa che attende la nostra responsabilità, la nostra decisione. Uno può decidere di non studiare, di passare tutto il tempo davanti a un videogioco. Uno può decidere di non guardare mai il cielo, di non guardare mai il mare, può decidere di non coinvolgersi mai in una storia affettiva, limitandosi a consumare un po’ di sesso e basta. La nostra vita è tutta fatta così: piccole scelte che però costituiscono qualcosa di essenziale. Se c’è un Dio, ha fatto in modo di non fare tutto lui, ma vuole lasciare ad ognuno di noi la responsabilità di contribuire. L’uomo è chiamato a diventare uomo! Questo è bello!


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