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Brasile, Conta Comigo 2017: “Combatti ragazzo, combatti...”

Date 05-06-2017

 

Com’è possibile parlare ad un ragazzo di grandi sogni, di ideali e della pazienza, umiltà e perseveranza per realizzarli, mentre ha in mano un iPhone 7 o un Galaxy S8? Nessuna speranza! Allora bisogna provare a volare come una farfalla e a pungere come un'ape, come disse Muhammad Ali prima del suo famoso match con Sonny Liston, nel 1964.

In quello stesso anno, a Torino, nasceva anche il Sermig, il Servizio Missionario Giovani fondato da Ernesto e Maria Olivero. Trent’anni dopo, la loro opera sarebbe arrivata in Brasile, con l’Arsenale della Speranza, che in 21 anni ha accolto oltre 54mila persone in difficoltà. Nel cuore di quest’avventura – capace di radicarsi nel tempo e nei luoghi degli oltre 3.400 progetti di sviluppo realizzati nei 5 continenti – sempre lo stesso spirito, la stessa sintesi: è il giorno dopo giorno che cambia il mondo, è la disponibilità a portare avanti certi gesti che possono sembrare banali, come riassettare un letto, piegare una coperta, pulire un bagno, aprire la porta all’imprevisto, ma che sono fondamentali per dare vita a qualcuno.

“Combatti ragazzo, combatti”, disse ancora Muhammad Ali, prima di quel famoso incontro. “Combatti ragazzo, combatti...” è quello che la nostra Fraternità desidera dire ad ogni giovane che incontra: “Combatti per sconfiggere la fame nel mondo, per un sogno, per non cadere in nessuna dipendenza... Mettiti a disposizione dell’umanità! Ma datti un metodo per non andare fuori strada, allenati per fare il bene, per non montarti la testa...”.

Lo scorso 20 maggio, a San Paolo del Brasile, abbiamo rivolto questo invito agli oltre 250 giovani venuti all’Arsenale della Speranza per l’8a edizione del CONTA COMIGO, incontro annuale con scuole, parrocchie e movimenti della città. Tema: RICOMINCIO DA QUI, in sintonia con il 5° Appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace, promosso dal Sermig il sabato precedente a Padova.

Per farlo, siamo saliti su un ring – si, avete capito bene, un insolito ring, allestito di tutto punto al centro del salone in cui nei fine settimana si celebra la Messa... – e abbiamo chiesto a Fernando Menoncello, pugile professionista, entrato nel Guinness World Records nel 2014 per il maggior numero di sollevamenti sulle braccia appeso ad un ponte, di rispondere ad una domanda: “Quanto ti alleni per raggiungere questi risultati?”.

Fernando, con la sua esperienza sportiva, ha semplicemente risposto che c’è bisogno di passione, di scelte, di determinazione, di ore ed ore di allenamento quotidiano, ma poi ha aggiunto che tutto questo non basta e alla domanda: “Come hai conosciuto l’Arsenale della Speranza?” ha affondato il colpo che nessuno di quei giovani si aspettava:

“Avete visto la foto di quel dormitorio e la targhetta di metallo numero 578? Quello era il numero del mio letto e questa, per un periodo, è stata la mia casa, che mi ha accolto e mi ha ridato la forza di RICOMINCIARE! Quando ero ragazzo come voi, mi sono allontanato dalla famiglia e dagli amici, sono entrato nel giro della droga e sono finito sulla strada. Ci sono restato per un bel po' e ad un certo punto ho capito che correvo il rischio di rimanerci per sempre! Poi qualcuno mi ha indicato questa casa e qui, la dedizione, la pazienza, la perseveranza di chi ogni giorno ha riassettato il mio letto, ha piegato le coperte, ha pulito i bagni... e tante altre cose, come quelle che avete fatto voi oggi, mi hanno aiutato a riprendere e coltivare quel sogno che mio nonno mi aveva trasmesso da bambino, la passione per la boxe. Oggi sono felice di essere qui con i miei allievi, cresciuti nella mia palestra ‘Das Ruas para os Ringues’, dalle strade ai ring”.

Com’è possibile oggi parlare ad un ragazzo di ideali, di pazienza, perseveranza, solidarietà? Parlandone il meno possibile, ma dimostrando con la vita che vale la pena investire tutto l’amore che abbiamo, i nostri sogni, anche le nostre paure e i nostri limiti... per cambiare il mondo. “Combatti ragazzo, combatti!”.

 Simone Bernardi
A
rsenale della Speranza
San Paolo - Brasile


Foto: Fabio José Pereira Lima

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