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Il mondo nelle nostre mani

Date 28-01-2022

por redazione Unidialogo

Ieri sera presso l’auditorium Helder Camara dell’Arsenale della Pace quarto incontro della sessione 2021-2022 dell’Università del Dialogo Sermig. Ospite, il politologo Vittorio Emanuele Parsi. Docente di Relazioni internazionali all'Università Cattolica di Milano, si è specializzato soprattutto sulle relazioni transatlantiche, le politiche di sicurezza in Medio Oriente e nel Mediterraneo e il rapporto tra politica ed economia nelle trasformazioni del sistema globale. Il suo ultimo libro si intitola "Vulnerabili. Come la pandemia sta cambiando l'economia e il mondo".

Ecco alcuni spunti che ci ha lasciato.

La nostra società si è costruita nel tempo con l’idea di mostrare la propria forza e la capacità di innovarsi e crescere continuamente, ma in realtà ha reso gli uomini e le donne sempre più vulnerabili, in quanto si è fondata sul primato delle cose anziché delle persone. In questo modo, evidenziandosi le diseguaglianze, dopo la prima fase pandemica dalla speranza si è passati al rancore.

Ugualmente, nel gestire lo stesso Pnrr, rischiamo di cadere nello stesso errore di privilegiare le cose e non le persone. Dobbiamo cambiare mentalità, scegliere la bontà, occuparsi degli altri: questo è un fattore economico vincente.

Nello stesso tempo, occorre uscire dalla logica dell’’andrà tutto bene’ o dello ‘siamo spacciati’, si può uscire dalla crisi usando modelli diversi da quello precedente politico e economico. Si parla di tornare ai livelli produttivi del 2019, ma questo significa tornare alle stesse ingiustizie di prima. La pandemia apre ad altri modelli. Parlando dell’Europa, Parsi riflette sul fatto che le regole servono ma non fanno la partita, tutto dipende dalle intenzioni. Come si fa a costruire la solidarietà quando ogni Stato non desidera altro che aumentare le proprie esportazioni a scapito degli altri?
Che cosa caratterizza la politica, ossia il processo che porta alle decisioni? Due elementi: la competizione e gli ideali.

La competizione politica non va demonizzata, se è sana è fondamentale per la vita politica. Quando viene demonizzata, bandita si cade nella polarizzazione. La contrapposizione politica è un modo per educare il conflitto sociale, per contenere le spinte disgregatrici. Poi la politica deve avere ideali alti ma anche capaci di scendere a compromessi con chi la pensa diversamente.

La politica che ha grandi ideali è disponibile ad accogliere compromessi anche importanti. La politica che si fissa su piccoli ideali rende ogni compromesso, anche il più piccolo, inaccettabile.
Dal 1500 in avanti, la supremazia europea si è sempre fondata sull’uso della forza come risoluzione dei problemi. Oggi questo paradigma non funziona più: la forza non risolve nulla. Le recenti vicende afghane dimostrano che l’uso della forza non è risolutivo.

L’Europa è stata però anche la patria dell’idea del diritto internazionale. Dobbiamo ricordarci questa nostra paternità ed essere capaci di riproporla. La responsabilità delle singole persone è fondamentale nell’ambito della speranza. Pensiamo all’uso individuale delle mascherine che permette di salvaguardare gli altri e non solo se stessi. Se la maggior parte di noi non le avesse indossate, non avremmo rallentato la pandemia. Le grandi dinamiche economiche e politiche possono cambiare se ciascuno comincia a cambiare il proprio atteggiamento e i propri comportamenti.


Redazione Unidialogo



Foto : Luca Periotto

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