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Non c'è pace senza giustizia

Date 12-03-2022

por redazione Unidialogo

MARTA CARTABIA AL SERMIG

L’auditorium dell’Arsenale della Pace ieri sera ha accolto il Guardasigilli Marta Cartabia, ospite dell’Università del Dialogo. Catturando l’attenzione di oltre trecento persone, la ministra è intervenuta sul tema “Non c’è pace senza giustizia”. Ecco alcuni spunti della sua riflessione iniziale, arricchita anche dalle risposte alle domande dei giovani presenti.

“Senza la giustizia che cosa sono i nostri Stati, se non una banda di ladri?” ( S. Agostino). Noi non sappiamo che cosa siano la giustizia e la pace, perché la giustizia è importante per la pace. Ogni domanda sulla giustizia nasce dall’esperienza di un’ingiustizia subita, un’esperienza vivida che può essere vissuta in molti modi. Una reazione potrebbe essere rabbia, ira, paura, guerra che segue a guerra. Però possiamo fare un passo avanti, realizzando che la giustizia genera concordia, come illustrato nell’affresco di Ambrogio Lorenzetti, Il buon governo, conservato nel palazzo comunale di Siena.

Anche la tragedia di Eschilo, “Eumenidi”, ci racconta una catena di sangue, scatenata dall’antica visione della giustizia. Le Erinni scatenano la rabbia fino alla distruzione totale, ma ad un certo punto questa catena si interrompe a causa di Atena che, informata della situazione, capisce che non può farcela da sola e istituisce una sorta di primordiale processo con tanto di giuria, accusa e difesa. Alla fine, la giuria si divide, 6 contro 6. Prevale allora il voto di Atena: Oreste è innocente. In seguito a ciò, le Erinni - personificazioni femminili della vendetta nella mitologia greca (le Furie nella mitologia romana), soprattutto nei confronti di chi colpisce la propria famiglia e i parenti - .scatenano la loro violenza fino a che Atena non le convince a usare la loro forza non per la distruzione ma per la protezione della città. Da allora le Erinni diverranno Eumenidi, ossia le Benevole. Di fronte all’ingiustizia non esiste solo la reazione della rabbia e della violenza, sono possibili quindi risposte diverse che virano alla pace.

La forza del diritto è il fondamento della pace, la storia dell’Europa contemporanea lo dimostra. Alla fine della Seconda guerra mondiale, sei Paesi d’Europa, tra cui Francia e Germania, decisero di dare avvio ad un processo di integrazione europea che per dare pace al continente. L’idea era usare l’economia come strumento: se gli europei hanno interessi comuni, possono impedire che i conflitti degenerino in conflitti sanguinosi.


Redazione dell'Università del Dialogo


foto: Gabriele Mariotti

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