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FILIPPINE - BASILAN

Date 30-04-2021

Aggiornamento al 2 giugno 2009

Filippine



OBIETTIVI
Un percorso di sviluppo umano integrale per le comunità Bajau dell’isola di Basilan, nel sud delle Filippine – gli ‘zingari del mare’ assai miseri ed emarginati. Preservando i valori e l’unicità della loro cultura, promozione umana e spirituale, crescita di un consapevole e responsabile spirito comunitario, sviluppo di conoscenze e capacità per costruire, anche in modi nuovi, il necessario ad una vita autonoma, piena, e degna.

BENEFICIARI
La comunità Bajau di Pangasaan – 300 persone – e quella di Maluso – 2.200 persone – coinvolte pressoché interamente nell’insieme delle attività. Nel solo ambito scolastico, nel 2008/9 sono stati 187 bambini a frequentare il corso di pre-scolarizzazione, di cui 27 a Pangasaan 158 bambini sono stati sostenuti nella scuola elementare, di cui 27 a Pangasaan 18 ragazzi hanno frequentato la scuola media, 2 la secondaria 50 adulti a Pangasaan frequentano i corsi di alfabetizzazione

IL CONTESTO
I Samal-Bajaus appartengono ai gruppi indigeni che abitano sul mare di Sulu, nella parte più meridionale dell’arcipelago delle Filippine, le isole a sud di Mindanao, Basilan e altre minori. Oltre a cercare nel mare una magra sussistenza spostandosi lungo le coste, sono anche una presenza consueta come miseri mendicanti nelle vie di Manila e di altre città; respinti di volta in volta dalle autorità verso le zone di provenienza.
Il progetto intende lavorare con loro per agire sulle radici della loro precaria e sofferta condizione di vita. Rompendo l’isolamento che li ha relegati fuori da nuove opportunità. L’isola di Basilan, di per sé povera e con scarse infrastrutture e servizi, è anche da lungo tempo teatro di una ricorrente e sanguinosa guerra combattuta tra le forze governative e i guerriglieri musulmani indipendentisti. Ciò rappresenta una concreta e costante minaccia per la gente e per chi con loro opera.

PARTNER
Don Renato Rosso sacerdote Fidei Donum di Alba, che da molti anni cura un’intensa opera di evangelizzazione, promozione umana e condivisione con i popoli nomadi dell’Asia meridionale. Coinvolgendo nei suoi progetti le Chiese locali - Vescovi, Parrocchie, Congregazioni -, attivandone le energie nel suo metodo di presenza fraterna tra i nomadi.

Padri Clarettiani, Claret Samal Foundation, - Isabela City, Basilan Congregazione missionaria fondata nel 1849 in Spagna dal S. Antonio Maria Claret, e oggi diffusa con 450 comunità in 60 Paesi. Dal 1962 è presente nelle Filippine, particolarmente nel sud del Paese, con una presenza rivolta anche a promuovere una pacifica e proficua convivenza tra cristiani e musulmani.

IL PROGETTO
Conservare i valori della cultura tradizionaleAttraverso la lunga amicizia e collaborazione con Don Renato Rosso, il Sermig ha incontrato la missione dei Padri Clarettiani nell’isola di Basilan, con i Bajau, gli “zingari del mare”, gente fino ad allora mai toccata da alcuna presenza di aiuto. Missione sostenuta nel suo inizio a Maluso nel 2002, e ora nel lavoro a Pangasaan e altri centri; e anche grazie a ciò mantenuta e progredita fino ad oggi; in virtù della grande e molto attenta dedizione del Padre Arnel Alcober prima, e successivamente del Padre Dennis Tamayo, Coadiuvati dalle suore Francescane Missionarie di Maria.

Nel suo insieme il progetto punta a rafforzare nei Bajaus una propria identità, ed a vivere in una dimensione di comunità giusta ed armoniosa; in cui la qualità della vita si radica in valori propri della cultura indigena. Il metodo è quello di una presenza diretta in mezzo alla gente, partita dalla prima missione a Maluso, e poi via via estesa alle altre vicine comunità di Pangasaan, Teleman, Calle Subah e Lumah.

La chiave di ingresso nella comunità Bajau è stata l’educazione: prima i bambini, poi gli adulti, badando a individuare tra di loro un gruppo di persone che potesse assumersi il ruolo propulsivo di leaders per il bene comune. Un percorso lungo, di sfide e di buoni successi; il solo che possa dare a queste comunità reali possibilità di trovare in sé le energie e le capacità per rinnovarsi e darsi un futuro

Oggi, punti nevralgici di questo sforzo, sono in funzione un ‘centro di apprendimento alternativo’ principale - ‘La nostra casa’ - e cinque altri analoghi più piccoli, tutti su palafitte come quelle che i Bajau abitano tradizionalmente, che sono punti di riferimento per i loro gruppi di diverse zone dell’isola di Basilan e delle isole più piccole che vi gravitano. Per varie ore durante il giorno vi si fa preparazione alla scuola per i più piccoli da inserire nelle elementari pubbliche – percorso che dura uno o due anni per creare condizioni di un buon inserimento dei bambini - e doposcuola per coloro che già sono arrivati a frequentarle, affinché possano riuscire con profitto e senza disparità con gli altri scolari. La sera corsi per gli adulti, ora assiduamente frequentati una volta, col tempo, compresone il valore. Ma sono anche centri di pronto soccorso, conoscenza di igiene e prevenzione specie per le donne e madri. “Lumah Tam – la Nostra Casa”

Così come luoghi di ritrovo per la comunità, per le loro celebrazioni, e per i momenti di discussione e decisione attorno ai loro problemi e alle iniziative per farvi fronte. Incluse quelle in cui si delineano nuovi schemi condivisi per lo sviluppo umano delle famiglie, legato a maggiori capacità di far fruttare il tradizionale lavoro in mare – anche in forme nuove come l’acquacoltura in gabbie e la conservazione del pesce secco -, così come a avviare e far fruttare nuove opzioni come l’artigianato delle donne e la sua commercializzazione in città a locali ed a turisti.

Il tutto preservando giorno per giorno, attraverso esperienze, e in momenti forti di aggregazione e celebrazione, l’unicità e i valori della loro cultura, e l’orgoglio della loro appartenenza alla comunità.
Al contempo promuovendo in molte diverse iniziative un creativo contatto col mondo esterno, dal quale questa gente è rimasta finora molto isolata.

La piccola comunità dei Clarettiani e delle suore FFM, continua intanto ad assicurare la sua stabile presenza di Chiesa in un contesto che da mesi è tornato quello di un aspro conflitto, che vede i cristiani, in quanto tali, come già anni addietro al tempo degli inizi della missione, possibili bersagli di violenza. Restare, e continuare a muoversi di luogo in luogo, è indubbiamente esporsi e rischiare ogni giorno la vita. Ma anche contribuire a promuovere condizioni per isolare chi, per ideologia, semplice banditismo, o altri interessi, vuole guerra ad ogni costo.

Accanto al progetto vero e proprio, si è potuto sostenere la costituzione e l’avvio, a livello nazionale, dell’operatività di un ente di coordinamento della cura pastorale dei popoli nomadi delle Filippine, con responsabile un Vescovo locale. Per rafforzare e accrescere l’impegno della Chiesa locale verso queste comunità.

La scuola, l’educazione: dei traguardi che aprono cammino
COME SOSTENERE IL PROGETTO
Nel corso degli anni sono stati sostenuti i costi relativi tanto al personale – formatori, operatori sanitari, animatori comunitari – quanto alla realizzazione di alcune infrastrutture, come i vari centri comunitari e di formazione, e alle attrezzature – motobarca, apparecchiature educative multimediali. Accanto a ciò, il progetto comprende anche un sostegno – iscrizioni, alimenti, materiale scolastico, e altro - per i bambini che partecipano alla formazione pre-scolastica e che studiano alle elementari pubbliche; e alla formazione degli adulti.
Nell’insieme, il costo delle attività educative, scolastiche e di promozione economica è pari a circa Euro 60/anno per persona.

C.C.P. n° 29509106 intestato a Sermig, causale “Salviamo 100.000 bambini – Filippine”
Per quanto lunga
sia la veste
della tua vita,
non supererà la statura
della tua speranza.

Proverbio cinese
Scheda: Il conflitto filippino

Le Filippine sono un arcipelago di più di 7.000 isole disseminate nell'Oceano Pacifico tra Cina e Indonesia, sovente battuto da tifoni e tempeste. Grandi nel complesso come l’Italia, ma abitate da quasi 100 milioni di persone, mosaico di etnie e lingue, affini ma diverse. Un Paese che lotta per sollevarsi, ma ancora afflitto da molta povertà, e una notevole disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza al suo interno. Ampia e importante per l’economia è la comunità degli emigrati un po’ ovunque nel mondo in cerca di migliori condizioni di vita. Dopo i trascorsi coloniali – che hanno generato una cultura dagli influssi sia europei che asiatici - dal 16esimo secolo nell’impero spagnolo, e nello scorso secolo cedute agli Stati Uniti, hanno conosciuto tempi duri di dittatura – come quella di Ferdinando Marcos dal 1965 al 1986 – dai quali si sono affrancate grazie a mobilitazioni popolari che hanno ripristinato la vita democratica e un governo più affidabile. Benché ancora lontano dall’avere portato il Paese ad un miglioramento diffuso delle condizioni di vita.

Unico caso nei Paesi dell’Asia, la maggioranza della popolazione è di confessione cattolica; il 5% professa la fede musulmana. Il regime di Marcos si macchiò di grandi nefandezze, tra cui la discriminazione e la vessazione della minoranza islamica, diffusa principalmente nelle isole meridionali. Anche a seguito della disparità sociale ed economica tra il nord ed il sud del paese, la popolazione musulmana, accusando il governo di non aver favorito la sua integrazione, nel 1971 diede vita a una lotta armata indipendentista. Il conflitto tra l'esercito di Manila e i militanti del Fronte di Liberazione Islamico dei Moro (MILF) ha causato 150mila morti e 50mila sfollati. I combattimenti sono calati di intensità dal 1987, quando sono cominciate trattative di pace tra ribelli e governo, osteggiate tuttavia dal nuovo gruppo armato islamico Abu Sayaf, fazione estremista probabilmente finanziata da reti terroristiche internazionali, Chi sono i Bajau, il loro mondo e la loro vitache agisce principalmente con sequestri politici di cittadini filippini e occidentali.
Col tempo, i combatti-menti si sono rarefatti, ma continuano a fasi alterne - oggi con violenza - nelle isole di Jolo e Basilan, nonostante gli accordi di pace del 2002. Nei primi tre mesi del 2009 a Basilan sono state sequestrate 38 persone, tra cui operatori della Caritas. Sono stati uccisi militari e insorti, e si aggiungono a ciò ancora gli attentati che hanno fatto diverse parecchie vittime civili innocenti.

Vedi anche:
ASIA: viaggio tra i nomadi
NOMADI NEL MONDO, intervista a Renato Rosso

 

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