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Corriere della sera: Raddoppiate le bollette e la fila di chi ci chiede cibo, ma ho fiducia

Date 17-10-2022

 

Raddoppiate le bollette e la fila di chi ci chiede cibo, ma ho fiducia

Ernesto Olivero, fondatore del Sermig: «Per gli impianti sportivi, serve uno sforzo in più»

Conclusa l'intervista, Ernesto Olivero richiama per sottolineare che neanche questa volta bisogna farsi vincere dalle inquietudini. «Dobbiamo avere fiducia, sono sicuro che in tanti tireranno fuori l'energia giusta per superare questo momento, nonostante il periodo complicato e l'avanzare della povertà. Noi siamo pronti a fare del nostro meglio. Questo, se vuole, è il mio messaggio ». Il fondatore del Sermig, dal 1964 ad oggi, ha affrontato le tante sfide della società con lo sguardo diretto ai più poveri, agli emarginati e ai dimenticati.
Oggi la terribile guerra in Ucraina e il moltiplicarsi delle spese energetiche rischiano di avere ripercussioni sulle famiglie. E allo stesso tempo mettere nell'angolo quell'universo di piccole e grandi realtà del Terzo Settore che non hanno mai voltato le spalle a chi chiedeva un aiuto o fuggiva dai conflitti.


Con l'inflazione crescono i sacrifici per le famiglie e non solo. Anche le associazioni, le parrocchie e le onlus devono fare i conti con il problema dei rincari. Qual è la situazione del Sermig?
«Le nostre bollette dell'elettricità sono aumentate di 3-4 volte. In questo primo periodo abbiamo dovuto affrontare una spesa di 200 mila euro.
A questa bisogna aggiungere l'impegno economico sostenuto per il gas. La bolletta è arrivata a 150 mila emo. Il doppio di quello che pagavamo in passato».

Cifre astronomiche ...
«Questa è solo una piccola parte. oi possiamo contare su 350 metri quadrati, dove accogliamo migliaia di persone.
Poi abbiamo appartamenti e abitazioni».

È un periodo complicato, insomma.
«Io sono intimamente scioccato per questa guerra sciagurata che non doveva scoppiare. Quando sono iniziati i bombardamenti, noi abbiamo fatto un volantino e un appello per provare ad aiutare gli ucraini. Nessuno poteva immaginarsi quello che poi è capitato».

Si riferisce alla grande ondata di solidarietà?
«In poche settimane, abbiamo visto sfilare 350 mila persone che ci hanno portato 1.500 tonnellate di aiuti. Noi li abbiamo organizzati, divisi. E nata una catena per impacchettare tutto e organizzare il trasporto con i tir novanta ne abbiamo mandati in Ucraina.
Con la gente abbiamo un rapporto particolare, si fidano di noi, sanno che siamo trasparenti.
Purtroppo, la situazione sembra peggiorare sempre di più».

Non solo in Ucraina e nei luoghi del conflitto. Anche la citta deve fare i conti con la povertà. Dopo il Covid pensavamo fosse giunto il momento per poter respirare. E invece?
«Dal nostro punto di vista, è aumentato del doppio il numero delle persone che si mette in coda per chiedere un aiuto e del cibo».

Si parla sempre più di "nuove povertà", riferendosi a persone che mai avremmo sospettato di considerare come indigenti. Al Sermig, avete osservato un nuovo target di persone in difficoltà?
«Tanti che prima, con qualche difficoltà, riuscivano a cavarsela, adesso sono venuti a domandare il cibo».

Temete anche voi, come famiglie e imprese, l'arrivo delle prossime bollette?
«Siamo tranquilli, ma è chiaro che dobbiamo risparmiare dove è possibile e invitare la gente a portarci anche delle offerte».

Avete appena inaugurato il polo sportivo di via Carmagnola. Da mesi le società sportive, quelle che si occupano dell'attività di base, appartenenti a tante discipline diverse, hanno denunciato che, se non si interviene, chiuderanno in serie piscine, palestre, piste di pattinaggio.
«Al PalaSermig stiamo tenendo duro. È chiaro che dobbiamo chiedere alla gente uno sforzo in più per far fronte alle spese più alte, quelle della luce sono triplicate. Il peggio però deve ancora venire.
Tra poche settimane arriverà l'inverno, il freddo».

Come vede questa città?
«Innanzitutto, questa città ci ha molto aiutato. Mi creda, non amo le esaltazioni. Ma quelle 350 mila persone che si sono fatte avanti per aiutare il prossimo, sono una cosa che non avevamo mai visto nel1a nostra storia lunga 58 anni».

Una città generosa che deve fare i conti con una nuova crisi.
«Adesso dobbiamo prestare attenzione. Aumenteranno le difficoltà. E saranno colpite, in particolare, le famiglie più povere».

Oggi (ieri per chi legge, ndr) si è svolta la prima manifestazione per la pace da quando è scoppiata la guerra. Una parte del mondo della scuola, con Anpi, M5S, Sinistra Ecologista e altre sigle della sinistra, è scesa in piazza per dire: «non c'è alternativa alla trattiva se vogliamo la pace ed evitare la guerra».
«L'Onu doveva impegnarsi di più per evitare il conflitto. Oggi il dialogo tra le nazioni è complicato. l oi stiamo lavorando.
Rimane l'urgenza di un primo passo e, allo stesso tempo, dobbiamo essere pragmatici. Pensiamo a quanta gente, da una parte e dall'altra, sta morendo».

Teme la guerra nucleare?
«C'è il pericolo che possa scoppiare una guerra maggiore, una guerra che tocchi anche noi. Dobbiamo essere preoccupati e fare di tutto per fermare le ostilità».

Paolo Coccorese

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