Sermig Cumiana, la Pentecoste secondo Padre Albano
Date 10-06-2022
Le riflessioni di un sacerdote in missione al confine con l’Ucraina sulla guerra e sulla solidarietà messa in moto dal Sermig Villaggio Globale di Cumiana.
Padre Albano Allocco, padre somasco italiano, operativo a Baia Mare, in Romania, a 60 km dal confine con l’Ucraina, dove gestisce un orfanatrofio ha attivato una rete di soccorso ed accoglienza degli sfollati ucraini.
Ne ha parlato durante la messa di Pentecoste al Villaggio Globale di Cumiana il 4 giugno.
TESTIMONIANZE BELLISSIME NELLA GUERRA UCRAINA
Raccontando che il pastore di Kiev gli diceva: «”Sembra che l’inferno si sia aperto e Satana sia uscito con tutto il suo potere per distruggerci”. La Pentecoste per noi cristiani è un impegno di coraggio e speranza indicandoci la strada per raccontare il bene. Nella guerra ucraina io ho avuto delle testimonianze bellissime. Le nostre suore meravigliose che rischiano la vita a portare cibo e medicinali, a recuperare feriti nelle trincee, spediscono i medicinali negli ospedali: questa è la chiesa che mi piace. Le donne sono coraggiosissime, non si piangono addosso».
TRASFORMARE IL MALE IN BENE
Il bene di fronte al male si mobilita e da questo nasce la solidarietà. Il compito è saper trasformare il male in bene. È questo il messaggio di Padre Albano e di Gesù nella Pentecoste: «Lo spirito di verità ci deve guidare e renderci liberi. Mentre in questo momento in Ucraina c’è lo spirito della falsità che impera dove l’informazione è propaganda. Quando i politici hanno pubblicizzato gli aiuti umanitari fatti arrivare in un deposito di Leopoli, il giorno dopo il deposito è stato bombardato dai russi. Allora io ne parlo a Rinaldo Canalis del Sermig, Villaggio Globale di Cumiana, e lui mi risponde che avrebbe fatto un volantino da distribuire a qualche azienda». Quel volantino ha innescato la scintilla del bene con i torinesi che ha portato tutto quello che serviva per l’emergenza in Ucraina».
DA AEREI DI MORTE A “CICOGNE” CHE PORTANO VITA
«Ma poi il problema era farli arrivare a destinazione. Padre Albano si è ricordato degli aerei da ricognizione della seconda guerra mondiale, detti anche “Cicogne” sganciavano bombe mirate per fare strada all’esercito tedesco. Ha pensato che le cicogne potevano portare cibo anziché bombe. Il gruppo delle cicogne da Baia Mare va dove serve. Operazione solidale per portare l’aiuto ai rifugiati. Gli stessi ucraini cattolici, ortodossi e riformati hanno lavorato benissimo insieme dove monasteri e chiesi hanno aperto le porte a donne e bambini che hanno trovato rifugio: un milione in Romania e due milioni in Polonia. Ecco il valore della Pentecoste: spirito di volontà, di sapienza e di saggezza».
IL CORAGGIO DEL PERDONO
«A Bucha una vecchietta a cui avevano ucciso la figlia si è avvicinata con le lacrime agli occhi: “Sono contenta di oggi non tanto per il cibo che ci avete portato ma perché siete venuti a condividere la nostra tragedia”. Perché il male è questo: sofferenza allo stato puro e quando tutto sarà finito cominceranno le faide con la spirale di odio. In questa spirale di violenza ci vuole il coraggio del perdono. Il lavoro delle chiese sarà portare le persone alla pace interiore e al perdono. Anche a costruire la pace bisogna essere dei buoni strateghi. Il coraggio di fronte alla paura di non pensare che il male possa vincere e il coraggio di perdonare le offese».
IL FUOCO DELLO SPIRITO PARTITO DALL’ARSENALE
Concludendo Padre Albano ha ricordato: «Noi come cattolici abbiamo una rete pazzesca e insieme ai riformati luterani scaricavamo dai 5 ai 7 tir al giorno che Canalis ci mandava. Con loro, prima di attraversare le frontiere abbiamo messo in cerchio i dieci convogli “cicogna” e pregato lo Spirito Santo che ci aprisse la strada, come Mosè aveva aperto il mar Rosso, perché nessuno di noi aveva contatti dall’altra parte di frontiera. Ogni volta che abbiamo avuto qualche intoppo con le dogane o con le mafie locali arrivava sempre qualche persona ad aiutarci ad uscire dall’impasse. Questo è un miracolo divino. Il fuoco dello spirito partito quel giorno dall’Arsenale è arrivato con noi in Ucraina quando distribuivamo i beni di prima necessità. Ogni volta prima di attraversare i confini preghiamo lo Spirito Santo affinché ci apra la strada, spesso sotto le bombe. Il volto della chiesa del terzo millennio dovrebbe raccontare al mondo le meraviglie di Dio attraverso le nostre opere».
Graziella Luttati