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La forza della verità

Date 09-05-2024

por Annamaria Gobbato

La stampa è la forza della parola contro la violenza delle armi,
la forza della nostra lotta per la verità

Muore martire del nazismo proprio a causa di queste parole, che riassumono la sua vita di sacerdote e giornalista. Di famiglia molto religiosa, giovanissimo entra nell’ordine di santa Teresa. Laureatosi in filosofia a Roma, rientra in patria e diventa presto rettore dell’università cattolica di Nimega. Collaboratore di alcune riviste, è poi nominato assistente dell’associazione dei giornali cattolici. Nel 1940 l’Olanda viene occupata dal terzo Reich, cui la Chiesa risponde invitando i propri sacerdoti a non somministrare più i sacramenti a coloro che apertamente professano il nazionalsocialismo. Padre Tito viene prelevato nel gennaio ‘42 nel convento di Boxmeer e rinchiuso nel carcere di Scheveningen, a L'Aja: «Il nemico numero uno degli interessi tedeschi in Olanda ora è innocuo». Iniziano per lui interrogatori e torture.

Inviato ai lavori forzati ad Amersfoort, rimane sempre sereno grazie alla fede nel suo Signore: «Soffrire non fa male, se ci si sente amati», e nella Madonna, che paragona al «girasole, il fiore che rappresenta l’anima creata a immagine di Dio per assorbire lo splendore della sua bontà». Assiste e conforta di nascosto i compagni, fino al giorno in cui viene ucciso con una iniezione di acido fenico. Le ultime parole sono per l’infermiera nazista, cui dona il suo rosario; la donna convertitasi testimonierà poi al processo canonico rivelando così una volta di più la grandezza morale del padre carmelitano.


Annamaria Gobbato
NP marzo 2024

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