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Omicidi spirituali

Date 05-04-2024

por Flaminia Morandi

Mentre predicava, Origene (immagine) si fermava per chiedere a chi lo ascoltava di pregare con lui per comprendere il testo sacro.
Spiegare la parola di Dio, un compito da far tremare i polsi: non si tratta solo di parlare della verità, ma di metterla alla portata delle anime. Nelle Omelie su Ezechiele dice: «Confesso un pensiero ricorrente: di Dio, è pericoloso parlare anche con verità». Sono pericolose non solo le cose false, «ma anche quelle vere, se non sono dette opportunamente».

Non avremmo mai conosciuto Dio in sé, se egli non si fosse incarnato, dice. La sua presenza «nascosta, ineffabile, invisibile » diventa prossimità per noi solo per mezzo di Cristo. Attraverso Cristo, Dio diventa «tangibile, leggibile» come se fosse carne. Eppure, anche con l’incarnazione, «c’è una certa porta chiusa per la quale nessuno entra», perché il Verbo non rivela tutti i suoi segreti. Anche il Verbo fatto carne non è veramente conoscibile se non per quei “cercatori” ai quali vuole rivelarsi. La passione ardente per la Scrittura, che era tutta la vita di Origene, gli aveva ispirato il Didaskaleion, un centro di studi scientifico che non chiudeva mai.

La comunicazione della Parola doveva affidarsi a quattro punti da tenere bene a mente: la Scrittura è data per annunciare dei misteri e il suo primo senso è spirituale; la “lettera” ha lo scopo di nascondere i misteri ai non iniziati; nello stesso tempo, la lettera è il simbolo trasparente dei misteri per chi ha una fede semplice; ma, per evitare che si attacchino al senso che pensano di aver scoperto, qua e là ci sono dei passaggi il cui senso è unicamente spirituale, e confonde.
Tutto ha un senso spirituale, è la nostra debolezza che non ce lo fa vedere. «Se leggendo la Scrittura traballi su un pensiero che è buono ma che per te è pietra di scandalo e di caduta, accusa te stesso. Credi subito, e sotto l’apparente incaglio troverai una grande utilità spirituale ». La stessa discordanza dei Vangeli provoca uno “smarrimento” che è salutare, perché spinge oltre, sollecita a un’ascensione. È il “metodo esistenziale” che usa Dio: «Finché siamo creature terrestri, non è opportuno contemplare l’immenso tesoro nascosto della sua bontà, per timore che ce ne venga un danno».

Il mistero è un invito a camminare nella nebbia con fiducia. Il predicatore non può essere che precarius, un uomo di preghiera.
Origene era stato un bambino di preghiera, cresciuto in epoca di persecuzioni, iniziato alla Scrittura da suo padre Leonida, morto martire. Poi il fardello della madre e di sei fratelli piccoli da tirare avanti, lo studio della Bibbia notte e giorno, vita austera, digiuni, insegnamento. Fino al martirio a cui è stato proteso tutta la vita.

Forse il “genio del cristianesimo”, come lo definisce Jean Danielou, potrebbe suggerire una riflessione ai numerosi e razionalisti predicatori del web. Quelli del suo tempo, III secolo, Origene li definiva “chiacchieroni”.
La conoscenza che diffondevano, una «comunione sacrilega» e un «omicidio spirituale».
 

Flaminia Morandi
NP febbraio 2024

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