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Umana intelligenza

Date 18-04-2024

por Redazione Sermig

«Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali?»
Sono questi gli interrogativi “urgenti” che papa Francesco ha posto all’inizio del suo messaggio per la LVII Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2024 dedicata allo specifico rapporto tra Intelligenza Artificiale (IA) e pace.
Gli sviluppi attuali dell’IA impongono una riflessione seria e articolata che deve confrontarsi con alcune difficoltà di fondo. «Di essa, a oggi, non esiste una definizione univoca nel mondo della scienza e della tecnologia. Il termine stesso, ormai entrato nel linguaggio comune, abbraccia una varietà di scienze, teorie e tecniche volte a far sì che le macchine riproducano o imitino, nel loro funzionamento, le capacità cognitive degli esseri umani. Parlare al plurale di “forme di intelligenza” può aiutare a sottolineare soprattutto il divario incolmabile che esiste tra questi sistemi, per quanto sorprendenti e potenti, e la persona umana. […] L’intelligenza artificiale, quindi, deve essere intesa come una galassia di realtà diverse e non possiamo presumere a priori che il suo sviluppo apporti un contributo benefico al futuro dell’umanità e alla pace tra i popoli».

Francesco sottolinea come le nuove tecnologie non abbiano solo una rilevanza meramente scientifica, ma impattino grandemente su tutta la sfera dell’umano: diventa pertanto sempre più necessario accompagnare lo sviluppo tecnologico con una riflessione etica perché «Il rispetto fondamentale per la dignità umana postula di rifiutare che l’unicità della persona venga identificata con un insieme di dati. Non si deve permettere agli algoritmi di determinare il modo in cui intendiamo i diritti umani, di mettere da parte i valori essenziali della compassione, della misericordia e del perdono o di eliminare la possibilità che un individuo cambi e si lasci alle spalle il passato». Gli algoritmi non possono pregiudicare la libertà umana, ingabbiare la persona nei suoi comportamenti pregressi e predire quelli futuri in senso meramente deterministico.

Soprattutto occorrerà un impegno a più livelli, dalle organizzazioni internazionali ai singoli governi, dall’opinione pubblica ai semplici individui perché l’IA non sia utilizzata per costruire sempre più raffinati e letali strumenti di morte, ma diventi occasione per generare nuove opportunità di crescita e giustizia: «In un’ottica più positiva, se l’IA fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale».

Rischi e opportunità, luci e ombre sull’IA e nuove tecnologie.
Difficile orientarsi, ma abbiamo la possibilità di non perderci se terremo la barra fissa in direzione della dignità umana: «La dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità che ci lega come membri dell’unica famiglia umana devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie e servire come criteri indiscutibili per valutarle prima del loro impiego, in modo che il progresso digitale possa avvenire nel rispetto della giustizia e contribuire alla causa della pace». Altrimenti non sarà progresso…


A cura della Redazione
NPFOCUS
NP marzo 2024

Il testo integrale del messaggio di papa Francesco:
https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/documents/20231208-messaggio-57giornatamondiale-pace2024.html

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