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Ottobre 2021 - Il Vangelo secondo il Vangelo

Date 10-10-2021

por Ernesto Olivero

Il sale felice (Mc 9,50a)
«Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore?».
Il sale perde sapore se incontra la presunzione, se vuol diventare io, se il dono vuol diventare prepotente ostentazione.
Se il sale vive lo stupore di essere sale senza alcun merito resterà sale che dà sapore, sale stupito di salare, di essere stato scelto per far saporiti gli altri. Questa è la felicità del sale: che gli altri siano salati e abbiano tutto il loro sapore.
Chi ha incontrato l'Amore non dovrebbe più stare nella propria pelle per il desiderio di farlo conoscere.
Questa è la vera evangelizzazione. Oggi la gente è sconcertata perché pochi parlano di Dio, poche volte incontra qualcuno che ha incontrato l'Amore. Il sale troppe volte ha perso il suo sapore e il mondo va alla rovescia, non verso Dio ma verso il male. Ma chi ha incontrato l'Amore è sale che sa di Dio. Oggi noi cristiani dovremmo fare a gara per far rinascere la Chiesa, ridarle lo stesso vigore dei primi tempi.
È possibile, ma quante volte ci perdiamo nel nostro malumore, quante volte parliamo di amore e di comunione come un compito da svolgere e nessuno ci crede. Vorrei che tutti noi incontrando veramente l'Amore diventassimo uomini e donne di Dio, non uomini e donne di apparato, perché l'apparato non serve a niente. Ma per mantenere vivo questo amore bisogna pregare in proporzione al nostro impegno.
Facciamo tanto, tante attività?
Dobbiamo pregare altrettanto.
E più preghi, più il tuo servizio si allarga.
La misura è la preghiera, la misura è leggere la Parola di Dio e cercare di viverla. Allora saremo sale che ha il sapore dell'incontro con un Amore che vuole che tu diventi amore come Lui.

Dentro il cuore di Dio (Mt 8,11-12)
«Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti».
La fede è un dono che non sempre ricevono davvero quelli che sono "dentro", quelli che frequentano chiese e sacramenti, quelli che parlano di Dio.
Adamo era dentro e non ha creduto a Dio. Abramo era un pagano e lo ha ascoltato. Se uno non è "dentro", non frequenta chiese e sacramenti ma non ruba, si commuove per chi ha bisogno, un bimbo, un anziano, un ammalato e si china su di lui con rispetto e commozione… se mantiene la parola, custodisce un segreto, non tradisce l'amico, è leale nel parlare, lo fa per puro amore, non è forse dentro, ma è nel cuore di Dio. Il Maestro ci insegna che c'è un peccato, il più grande di tutti. È il peccato del sentirsi a posto perché si è dentro.

La rete di Dio (Mt 13,47)
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci».
Che bella speranza è la rete. La rete avvolge il mondo, vuole accogliere tutti buoni e cattivi.
La rete aspetta tutti, buoni e cattivi.
I buoni non sono i primi della classe quelli che non sbagliano.
I buoni sbagliano, continuano a sbagliare, soffrono dei loro limiti, non ce la fanno ma non si scoraggiano.
I buoni si conoscono, perciò non giudicano nessuno, a tutti usano misericordia perché nella loro povertà ne hanno fatto esperienza. I buoni sanno cosa significa sentirsi guardati da Gesù, accolti, presi nella sua rete, mai giudicati, incoraggiati, sempre perdonati.
Perciò i buoni non giudicano, non si scoraggiano, spartiscono il pane con chi non ce l'ha, non fanno differenza di persone, non si stancano di accogliere, di avere misericordia: la stessa che ricevono.
Nella rete di Dio c'è posto per tutti. Si getta fuori da solo chi rifiuta la misericordia.

Ernesto Olivero
Editoriale
NP ottobre 2021


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