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Madre di Dio PANAGHIA PLATYTERA

Date 04-04-2024

por Chiara Dal Corso

In questo magnifico affresco del XII secolo abbiamo una raffigurazione di Maria Madre di Dio e di Gesù nel suo grembo, secondo l’antico modello della Vergine del Segno, che abbiamo già incontrato nella Vergine Panaghia di Jaroslav, molto probabilmente l’icona più antica di questo modello (VI secolo). Anche in questo caso è rappresentata nella posizione dell’orante, in piedi con le braccia aperte e innalzate verso il cielo (posizione che connota i fedeli, coloro che pregano e adorano, sin dall’arte paleocristiana delle catacombe), con il cerchio sul ventre in cui è raffigurato Gesù fanciullo, benedicente.

Però, se là siamo su una tavola in uno sfondo oro, qui ci troviamo nell’affresco all’interno di una chiesa, su fondo blu, che indica la vastità del cielo, del paradiso. Lei, la Panaghia (ovvero “tutta santa”) prende qui, quindi, anche il nome di Platytera, ovvero: più vasta del cielo.

Colei che genera e porta in sé il Figlio di Dio, la tutta santa, tutta pura, tutta bella, la piena di grazia, diventa Madre di Dio e in quanto tale, Madre dell’Infinito, Madre del Creatore, di Colui che i cieli dei cieli non possono contenere. Allora lei stessa diventa più vasta dei cieli, lei diventa lo stesso paradiso, infinitamente più estesa della limitata fisicità del suo giovane corpo. In questa immagine iconografica diventa infatti molto evidente la proiezione nell’eternità, fuori dello spazio e del tempo, delle persone raffigurate: Maria è giovane, incinta e già assunta in cielo, già regina del cielo e della terra, e Gesù è piccolo, è bambino ma è già nelle vesti del Pantocrator, colui che regge l’universo.

Maria nella sua posizione di abbandono e di totale offerta di sé (posizione che ricorda le braccia aperte di Gesù sulla croce) diventa anche modello per la chiesa, lei che ospita Dio non per trattenerlo per sé, ma per donarlo, per portarlo, per permettergli di “irradiarsi” dal centro della sua persona, attraverso cui infatti vive, traspare, e dona grazie al mondo intero. Maria “contiene” in sé Cristo, vive della stessa sua vita, ma anche ne diventa “portatrice”. Infatti, come viene evidenziato anche dal cerchio in cui è Gesù (somigliantissimo ai medaglioni con l’effige dell’imperatore bizantino che portavano i suoi funzionari o gli ambasciatori nelle missioni ufficiali) lei ha anche il ruolo, la missione, di portare Cristo a tutte le anime, a tutte le generazioni, a tutti i popoli e in tutti i tempi.

Chiara dal Corso

NP Febbraio 2024

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