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Recidiva zero

Date 22-05-2024

por Chiara Genisio

“Recidiva zero”, a questo si ispira l’accordo siglato tra il cnel e il Garante nazionale per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti. Non si conosce molto dell’attività del cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, organo di rilevanza costituzionale, previsto dall’articolo 99 della Costituzione italiana. Svolge una funzione consultiva rispetto al governo, alle camere e alle regioni con potere di iniziativa legislativa; ha la facoltà di contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale e può, tra l’altro, formulare osservazioni e proposte di propria iniziativa sulle materie a esso affidate. Come appunto l’accordo sulla “recidiva zero”.

Considerato negli anni un ente di poca importanza, dalla primavera dello scorso anno, sotto la presidenza di Renato Brunetta, ha intensificato la sua attività. Durante i lavori dell’assemblea del cnel di marzo, in cui tra l’altro è stato ricordato il giurista Marco Biagi, ucciso il 19 marzo del 2002 da un commando delle nuove Brigate Rosse, è stato approvato il documento di osservazioni e proposte Memoria per l’istituzione del Segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale. Una scelta che rientra in un accordo più ampio stilato con il Ministero della Giustizia, con l’obiettivo di incrementare il lavoro dei detenuti e ridurre drasticamente la recidiva, mettendo in sinergia risorse ed expertise provenienti dalle diverse amministrazioni, dalle organizzazioni datoriali e sindacali e dal terzo settore e promuovendo in maniera sistematica istruzione, formazione e lavoro di detenuti dentro e fuori il carcere.

L’accordo riguarda anche l’ambito specifico dei cittadini stranieri in regime di detenzione, nel quadro delle attività svolte dall’Organismo nazionale di coordinamento delle politiche di integrazione degli stranieri (onc), istituito presso il cnel sulla base del D.lgs. 286/1998. Potranno, inoltre, essere ricompresi ulteriori campi d’intervento di comune interesse e rientranti nelle rispettive competenze, con l’obiettivo di aumentare la capacità di riabilitazione, la formazione e l’aiuto al reinserimento sociale del sistema carcerario e dell’esecuzione della pena. «Abbiamo aggiunto – dichiara Renato Brunetta – un importante tassello al progetto lavoro e formazione in carcere, che stiamo portando avanti con il Ministero della Giustizia. L’intesa con il Garante è un’ulteriore leva per un’iniziativa dal grande valore sociale, un’iniziativa win-win-win, dove vincono tutti”.


Chiara Genisio
NP aprile 2024

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