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Un posto nel mondo

Date 25-12-2023

por Redazione Sermig

Ho viaggiato tanto durante la mia vita, sono stato quasi ovunque, non ricordo quanti aerei ho preso e quante persone ho incontrato ma una cosa è certa: se dovessi ricominciare tutto da capo, seguirei la stessa strada, la strada dei sogni per trovare il mio posto nel mondo. Non è un posto fisico, è piuttosto una dimensione. Ci sono momenti in cui la felicità risuona dentro di noi ed è quella vibrazione che dobbiamo cercare sempre, perché è l’unica cosa che dipende da noi. La forma della felicità è fatta di piccole cose impercettibili che formano la nostra mappa, il nostro percorso da seguire. Per me sono sempre stati i viaggi e la fotografia a indicarmi la strada. Non a caso le persone più importanti della mia vita sono legate a una di queste due cose o a entrambe.

Ognuno di noi ha il proprio posto nel mondo ed è importante cercarlo, continuamente senza accontentarsi. Non sempre è facile trovarlo, e non è detto che quello giusto per tutti sia anche quello giusto per noi.

Sulla rete ci sono storie di persone incredibili che hanno deciso di mollare tutto e partire, come la storia di Giorgio Bettinelli, viaggiatore italiano che girò tutto il mondo in sella alla sua Vespa. Nel libro In Vespa da Roma a Saigon racconta i suoi primi 24mila chilometri percorsi. Ed è solo l’inizio perché Giorgio, dopo quell’esperienza, decide di non fermarsi e di percorrere la Panamericana dall’Alaska alla Terra del Fuoco, per poi proseguire il suo pellegrinaggio in tutto il mondo fino ad arrivare in Cina dove decide di trasferirsi definitivamente insieme alla sua compagna taiwanese. Ma la vita a volte può riservare qualche sorpresa e Giorgio muore per un malore improvviso a soli 53 anni.

Giorgio iniziò a viaggiare a soli 14 anni, in autostop come si usava fare alla fine degli anni '60 arrivando fino a Copenaghen partendo da Crema. L’anno successivo ripetè l’esperienza in autostop fino in Tunisia. A 17 anni decise di intraprendere quello che lui definisce «il mio primo viaggio» raggiungendo l’India con il Magic Bus, un mezzo di trasporto molto in voga tra gli hippie di quegli anni, un pullman low-cost che collegava Londra all’India percorrendo la leggendaria Hippie Road. 

Ci rimangono i suoi libri a testimoniare questa vita piena, se pur breve, dove ci racconta quello che ha visto ma anche quello che cambia inesorabilmente dentro di lui, durante le esperienze di viaggio.

A quanti gli hanno chiesto cosa provasse alla fine di ogni avventura, ha sempre risposto che «la sensazione di euforia dura pochissimo e lascia subito il posto alla nostalgia e alla voglia di ripartire». Una sua frase, divenuta famosa tra le comunità di viaggiatori, diceva «Il presente è molto più vivo nel futuro, quando è già passato». Giorgio è riuscito a trovare il suo posto nel mondo facendo due cose che ha sempre amato fin da ragazzo, scrivere e viaggiare. Le vespe di Giorgio sono custodite nel Museo Piaggio di Pontedera (PI).

Roberto Cristaudo

NP Novembre 2023

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