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Diamoci da fare

Date 08-09-2022

por Ernesto Olivero

C’è una frase che abbiamo imparato vivendo all’Arsenale della Pace: ogni situazione, anche la più difficile, può cambiare, se ci mettiamo in gioco in prima persona chiedendoci cosa possiamo fare noi. Una regola che vale per la vita delle persone, ma anche dei nostri quartieri che spesso ci mettono di fronte a sfide complesse.
Come cittadini siamo chiamati a ricucire il tessuto sociale delle nostre città, a unire le forze per affrontare ogni problema. Noi lo abbiamo capito tanti anni fa quando ci furono affidati i ruderi abbandonati del vecchio arsenale militare di Torino.

Sicuramente siamo riusciti nell’intento perché tanta gente ci ha aiutato, ma direi che il primo passo è stato abitare quegli spazi per farli diventare casa dei nostri sogni, dei nostri ideali, delle nostre potenzialità di bene, dei nostri progetti.
Poi, è servita molta costanza, l’altra faccia della pazienza, la scelta del cuore e dell’intelligenza che ti fa vedere oltre le difficoltà, la pienezza nei vuoti. Infine, il metodo e la severità che possono essere alla base di un vero e proprio patto tra realtà diverse.

Credo che questo modello sia replicabile.
Un quartiere può cambiare, può ricucire le sue ferite. La chiave è unire le forze: istituzioni, chiese, scuola, residenti, insieme per mettere in circolo idee e progetti di cambiamento, riscoprendo ognuno il proprio pezzo di responsabilità.
È difficile sperare in un cambiamento? A volte sì, non lo nego. Ma è possibile vedere i nostri quartieri già trasformati.
Proviamo a immaginare soluzioni e poi diamoci da fare. Senza paura.


Ernesto Olivero
Editoriale
NP agosto / settembre

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