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Ottobre - Speranza

Date 09-10-2020

por Ernesto Olivero

Il Covid non ha bussato alla nostra porta, è entrato anche dove c’erano porte chiuse a chiave. E ha toccato il mondo intero. Non c’è Paese dove non sia passato lasciando ovunque insicurezza, paura, dolore.

Tutti hanno dovuto fare i conti con questo nemico sconosciuto, senza sapere come combatterlo. Oggi ci troviamo in un mondo scombussolato.
E non ci sono molte risposte efficaci né da parte delle istituzioni né da parte della politica. E i credenti di ogni religione?
E i cristiani? Da tempo prego molte ore al giorno, leggo in continuazione la Scrittura, mastico quelle parole per assimilarle e ricevere vita.
C’è una parola terribile che ogni volta mi inchioda: «Ed erano credenti di un Dio che non era Dio». Mi interrogo ogni volta: io sono credente del Dio vero? Scusate la presunzione con cui rispondo ma credo di sì.

Amo Dio totalmente, sono innamorato di lui, ma la mia contemplazione non è retorica, è amarlo perdutamente vivendo alcune sue parole: dar da mangiare agli affamati, accogliere lo straniero e con i miei amici lo facciamo in continuazione. Accogliamo uomini e donne di qualsiasi razza, etnia, religione con dignità, con rispetto ricordando che anche i nostri avi sono stati stranieri a suo tempo; visitare l’ammalato e lo facciamo in continuazione, per sollevarlo, per incoraggiarlo e non lasciarlo solo.

Tutto questo ha suscitato in me una riflessione piena di speranza che ruota attorno a quattro parole: il domani, la saggezza, le cose giuste, la bellezza.
Mi sono messo alla ricerca di quattro persone che possano diventare maestri di queste parole: la bellezza che incoraggia; la giustizia che entra in tutte le consuetudini e leggi di un popolo; la saggezza come monito; il domani, l’economia nuova che deve trovarci preparati, che ci aiuta ad entrare in una lungimiranza, a rompere il vecchio schema in cui i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.

Quattro parole, quattro volti credibili per annunciare che un mondo nuovo è possibile, che quello che non è stato può essere ma deve trovarci con il desiderio sincero di cambiare, deve vederci inginocchiati di fronte ai giovani, ai ragazzi, ai bambini, i più colpiti, che vivono in un mondo irreale, sepolti in una tomba di vita mentre dovrebbero essere la speranza dell’oggi e del domani.
Credo che essere adoratori del Dio vero ci debba dare una grande consolazione.

Non avrei mai immaginato di pregare tante ore al giorno, non sono ore perse, sono un investimento per la mia vita, per la vita dei miei cari, per la responsabilità che grava sulle nostre spalle per aver trasformato un arsenale militare, aver incontrato la disabilità, per aver trovato nei più deboli un punto di incontro tra credenti di diverse religioni, per aver trasformato case di dolore in case di speranza…

Ernesto Olivero
Editoriale
NP ottobre 2020


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