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La discesa dello Spirito Santo

Date 06-06-2024

por Chiara Dal Corso

In questo magnifico affre­sco vediamo la raffigura­zione della discesa dello Spi­rito santo narrata negli Atti degli Apostoli (At 2,1-47), ma dalla composizione – che ri­spetta la tradizione iconografica – capiamo che il suo obiettivo non è “narrativo”, bensì di rappresentare il suo significato più profondo.
Infatti non ci sono tracce di ven­to, rumore o scompiglio tra le persone, che non sono molte ma 12, il numero minimo per indi­care tutti. Le persone parlano tra loro e sono sedute in modo com­posto, come nel “coro” delle chie­se, a forma di arco, dietro cui si vede una struttura architettonica ridotta all’essenziale che vuole in­dicare il nuovo tempio, la Chiesa.

I personaggi seduti sono 12, ma non sono solo gli apostoli: riconosciamo tra loro san Paolo, seduto a fianco di Pietro al cen­tro, dalla parte opposta rispetto allo spazio vuoto lasciato per la presenza di Dio. Riconoscibile dai tratti fisionomici (è sempre rappresentato un po’ pelato, con barba e capelli bianco-grigi) e dal libro che tiene in mano. Oltre a lui, con il libro in mano, ci sono 4 personaggi, che sono gli evangeli­sti, quindi ci sono anche san Luca e san Marco. Questi non sono dettagli secondari, ma ci dicono che le persone raffigurate rappre­sentano la Chiesa intera, con tutti i suoi carismi e tutte le varie forme di appartenenza, che, come dice san Paolo, come diverse membra compongono il corpo di Cristo.

Nel disegno dell’arco anti­stante l’affresco discendono dal Cielo dei cieli (ormai consumato), 12 lingue di fuoco, che scendono con un gioco di prospettiva, verso le teste dei discepoli. A sinistra e a destra della composizione, sulle pareti laterali dell’arco, i profeti Ezechiele e Gioele, che più di tut­ti hanno parlato della discesa dello Spirito santo (cfr. Ez 37,1-14 e Gl 3,1-5) sul popolo del Signore per rinnovarlo e dargli nuovi carismi.
Ultimo dettaglio: l’uomo nel­la parte bassa della scena. È un simbolo: ha la corona, perché rappresenta i popoli del mondo intero, il cosmos. È anziano per­ché il peccato di Adamo ed Eva ha introdotto l’invecchiamento, la sua veste è rossa del sangue dei sacrifici fatti al demonio (omici­di, guerre, ingiustizie...) e tiene in mano un rotolo con gli stessi filatteri che hanno gli apostoli seduti sopra, cioè la Parola, l’an­nuncio del Vangelo: tutte le genti sono in attesa, a loro è rivolta la missione universale della Chiesa.

Con il loro muto linguaggio questi affreschi ci parlano ancora una volta di fede, della verità e della forza del messaggio di Cristo, che sa correre le distanze e attraversare i secoli, e ci fanno venire la nostalgia di una nuova discesa dello Spirito, di una nuova rinascita della Chiesa nella fede autentica e con la forza schietta delle origini. La nostal­gia di una Chiesa comunitaria, di persone rinnovate e guidate dallo Spirito santo, che abbiamo risco­perto la bellezza della conoscenza di Cristo, elemento insostituibile per una vita piena, felice, capace di amare, di fare comunione, di accogliere e di servire.


Chiara Dal Corso
NP aprile 2024

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