Nicola, la forza della preghiera
Date 30-08-2021
Nato in una famiglia di contadini svizzeri cattolici, Nicola da Flüe, (1417–1487) fu anche soldato, giudice, consigliere e deputato. Sposato e padre di dieci figli, a 50 anni con il permesso alla famiglia si ritirò a vita eremitica. Qui iniziò la sua vera vocazione: mettere pace fra le persone. Per ben due volte impedì ai diversi cantoni in lite fra loro di farsi la guerra: «Il mio consiglio è che voi diate prova di benevolenza in questo affare, poiché un bene ne porta un altro». Infatti anche il duca di Milano in seguito rinunciò alla conquista dei territori elvetici. Riconoscenti per questa "protezione", gli svizzeri – in maggioranza calvinisti – elessero Nicola come loro patrono.
Che li ricambiò con un incredibile miracolo, salvandoli nientemeno che dall’invasione nazista, caso unico in Europa. Dietro l’opinione comune che Hitler risparmiò il Paese in quanto Stato-banca, c’è la testimonianza giurata dei soldati elvetici e tedeschi. Il feldmaresciallo Ritter von Leeb raccontò: vidi intere divisioni ferme, senza poter avviarsi e senza poter sparare un solo colpo. Feci rapporto al Führer che, infuriato, minacciò di fucilarmi se l’attacco non fosse avvenuto entro l’ora. Non voleva credere che nessun carro armato, nessun camion e neanche una moto potessero partire.
Lo stesso succedeva con gli aerei della Luftwaffe. Dopo tre tentativi i mezzi erano ancora fermi e gli aerei rimanevano a terra. Alla fine Berlino si arrese e diede l’ordine di ritirata su tutto il fronte. In quel momento i mezzi ripartirono senza alcun problema». Cosa era successo? «Vedemmo una luce nella notte, una mano che imponeva l’alt alle mie truppe». E il brigadiere svizzero Hans F. Pfenninger, luterano, confermò: «Sì, abbiamo visto nel cielo una mano». Risultato: l’operazione Tannenbaum fu annullata. Con un santo in azione, non ci sono panzer che tengano!
NP Aprile 2021
Annamaria Gobbato