Casa mia

«Sto già meglio se mi fai vedere / il mondo come lo vedi tu / Non mi serve un’astronave, lo so / Casa mia o casa tua / Che differenza c’è? Non c’è / Ma qual è casa mia? / Dal cielo è uguale, giuro». Così recita la canzone di Ghali, protagonista dell’ultimo Sanremo. Mi ha interrogato molto, perché mi rende profondamente inquieto pensare alla nostra fortuna di avere una casa sicura e accogliente, nella “parte giusta” del mondo, senza grandi rischi per la propria vita o quella della propria famiglia.

Una bella esperienza che io e mia moglie Giulia viviamo da ormai qualche anno è la casa di accoglienza di Moncalieri, un luogo in cui mamme con bambini possono trovare un riparo e soprattutto un punto di ripartenza per la loro vita. Vivere insieme è difficile, ma è anche una grande occasione per costruire relazioni, ancora più delicate perché la casa è un luogo di passaggio (più o meno lungo), difficile come ogni cambiamento, ma con la consapevolezza che ogni passo della vita può essere decisivo!

La nostra sfida è quella di provare a creare unione tra i tanti bambini e ragazzi che si trovano a vivere insieme senza conoscersi, con lingue e culture diverse. Con loro anche ex ospiti e ragazzi e ragazze della zona da noi coinvolti, con cui abbiamo organizzato momenti di animazione e di condivisione. Un giorno una di loro mi ha scritto: «Mi viene in mente la parola “sorpresa”, perché per me è stato sorprendente vedere che tanti bambini e ragazzi (diversi per carattere ed età) sono riusciti a farmi vivere una bellissima serata. Mi ha anche sorpreso come, nonostante le difficoltà linguistiche, tutti alla fine siamo riusciti a capirci e a stare insieme in armonia».

Ho imparato meglio cosa significa essere famiglia e, proprio ora che la nostra coppia si prepara ad accogliere una bimba, sento che è quanto mai importante diventare padri e madri di tanti bambini e ragazzi che nella loro giovane vita già attraversano tempeste difficili. Da queste esperienze capisco con maggior chiarezza cosa significa “casa mia”: quel posto dove non conta più dove sono nato e forse neanche quanto mi fermerò, ma soltanto il desiderio di condividere quel pezzo di cielo che è uguale per tutti.


Roberto Lerda
NP marzo 2024